Arco Mirelli

CARMELO DI ARCO MIRELLI A NAPOLI (25 marzo 1747).

Sorto per iniziativa delle Monache di S. Giuseppe a Pontecorvo che acquistarono per 12.000 ducati una proprietà del Regio Consigliere D. Carlo Gaeta, fu dedicato ai Santi Giovanni e Teresa. Molto contribuì alla sua costruzione, Maria Amalia di Sassonia, consorte di Carlo III.
In data 3 marzo 1747, il re Carlo III, ottenne dal Sommo Pontefice Benedetto XIV un Breve col quale il nuovo Carmelo di Napoli veniva messo alla diretta dipendenza del Defìnitorio Generale. La prima priora fu la Madre Giovanna Teresa dello Spirito Santo che, nel marzo del 1747, uscì dal monastero di S. Giuseppe per dare inizio alla vita regolare. Era nata a Valenza il 23 giugno 1701, dalla nobile famiglia Micò e Vega. Donna d’ingegno e di cuore generoso, fu veramente la pietra angolare della nascente Comunità. Si spense il 10 gennaio 1763. Provenienti con lei dallo stesso Monastero e come lei religiose di grande virtù furono le altre due Fondatrici : Suor Maria Luisa di S. Giuseppe (1715-1783), napoletana, figlia del Marchese Ludovico Paternò, e Suor Maria Elena di S. Teresa, nata a Napoli dalla famiglia Vernazza dei Principi Palmericci, e volata al cielo il 29 aprile 1800, dopo indicibili sofferenze santamente sopportate.
Nel monastero di Arco Mirelli si custodiscono con grande venerazione due brani di lettere autografe della S. M. Teresa ed una del S. P. Giovanni della Croce. Si conservano pure un piccolo crocefisso ed un bastone, portati dalle ultime Religiose di S. Giuseppe a Pontecorvo quando nel 1619 lasciarono la loro casa, unitamente al seguente attestato che si trova in archivio
« L’anno 1607 si fondò questo Monastero di S. Giuseppe a Pontecorvo di Napoli dalle Carmelitane Scalze. Venne per Fondatrice la Madre Maddalena di Gesù Maria, insieme con quattro altre Monache che vennero da Genova, cioè : la Madre Maddalena di Gesù Maria che fu priora di questo Convento e la Madre Suor Casimira di S. Francesco Sottopriora, Sr. Dorotea di S. Agnese e Suor Teresa di Gesù, la quale portò un bastone che se haveva servito per viaggio la nostra Santa Madre Teresa che lo diede al Padre Fra Ferdinando di S. Maria, ch’è uno dei Padri che venne a fondare da Spagna in Italia, lo quale è stato molte volte Generale e Superiore della nostra Religione.
Lo diede alla Madre Maddalena Fondatrice e Priora di questo Convento e sempre è stato tenuto con questa stima dal nostro Convento e di questo ne facciamo tutte fede, tutte quelle Monache che si trovavano allora quali sono sei e tutte le altre che sono venute appresso, l’hanno sempre stimato tale.
Oltre il bastone, nel grande Crocifisso delle Reliquie si conserva una piccola Croce che anche fu della Nostra Santa Madre Teresa, con un Crocifisso di pittura. E lo sopraddetto Padre Fra Ferdinando, lo diede alla Madre Maddalena di Gesù Maria e di questo anche ne tenemo l’istessa sicurtà che havemo dichiarato tenere dello bastone ».
Pio IX, il 15 settembre 1849, quando per i moti rivoluzionari di Roma fu costretto a rifugiarsi a Napoli, volle onorare la Comunità di una sua visita e si dichiarò lieto di avervi trovato molta umiltà, povertà ed osservanza. In tale occasione accordò alle Religiose un’indulgenza plenaria da guadagnarsi la prima volta che si fossero confessate, e un’altra indulgenza plenaria da guadagnarsi una volta al mese, facendo una visita alla statua della Madonna posta nel Coro Superiore del monastero.
La Chiesa, sorta in sostituzione di una cappella di cui si servirono provvisoriamente le prime Monache, e dedicata ai Santi Giuseppe e Teresa, fu dichiarata
di Regio Padronato delle Reali famiglie Borbone e Sassone ed aperta al culto nel 1757. Pare sia opera dell’architetto Carasale.
E a tipo centrale non puro per l’inorganico sviluppo absidale; ma, nel complesso, sia per la luminosa cupola, sia per la sobrietà degli stucchi e la semplicità delle linee, risulta bella e dignitosa.
Il quadro dell’Altare Maggiore, raffigurante la Vergine del Carmelo andò distrutto da bombardamento nella seconda guerra mondiale ed è stato sostituito con altra pregevole tela. Quello dell’altare a sinistra di chi entra rappresenta la scena del Calvario e l’altro, a destra, la S. Famiglia con S. Giovanni, San Gioacchino e S. Anna: ambedue sono opera di Giuseppe Bonito (1707-1787), uno dei migliori pittori dell’epoca.