Ponti Rossi

IL CARMELO DEI PONTI ROSSI (7 dicembre 1934).

 

Il 22 ottobre 1910, nella cappella dedicata alla S. Madre Teresa della Chiesa di S. Teresa al Museo, Antonietta Cattanea prese l’abito di Terziaria Carm. Sc. con il nome di Suor Teresa del Bambinello Gesù, dalle mani del Rev. P. Dionisio di S. Teresa, con decreto della Curia Napoletana (10-10-1910), ed il beneplacito del P. Eusebio della Presentazione, essendone consapevoli i Superiori Maggiori.
La giovinetta, che fin dal 5 settembre 1908 aveva tentato di far parte del nostro II Ordine, il 15 agosto 1910 si era decisa a lasciare definitivamente la casa paterna con l’intento di fondare un nuovo Carmelo.
A suo fianco la Provvidenza pose per la realizzazione dell’opera una radiosa figura di Carmelitano: il P. Romualdo di S. Antonio, uno dei primi religiosi della nostra restaurata Provincia, nel quale si fondevano eccezionali doni di natura e di grazia. Egli, dopo prudente attesa, quando per chiari segni fu manifesta la volontà di Dio, divenne la sua più valida guida.
La culla della nuova Comunità fu una cameretta presso le Suore Betlemite a S. Maria dei monti ai Ponti Rossi.
Nel febbraio 1911 fu preso in fitto il secondo piano della casa e, col favore delle pie Religiose, venne adattato a minuscolo monastero costituito da otto celle, Oratorio con sagrestia, roberia, saletta di ricreazione, cucina, parlatorio.
Nonostante diffidenze, incomprensioni e ostilità, ben presto accorsero ad esso anime elette, tra le quali Matilde de Liguoro, che prese il nome di Suor Maria Serafina del S. Cuore e divenne poi la prima Maestra delle Novizie. Ad indirizzarla alla nuova Fondazione fu il suo Padre Spirituale, il Venerabile P. Berardo Atonna. dei Minori Francescani, di cui è ora in corso la causa di Beatificazione.
Il 22 aprile 1912, per la generosità della pia Signora Felicia Parisi, che già aveva assicurato a Suor Teresa la dote necessaria per iniziare la vita religiosa, fu possibile acquistare sulla ridente collina di S. Maria dei Monti un terreno con un modesto fabbricato, di proprietà dell’Avv. Giuseppe Abbamonte.
La palazzina viene adattata alle esigenze della osservanza regolare. Il 13 febbraio 1913 è già pronta ad accogliere la piccola Comunità; mentre i lavori per la costruzione del nuovo monastero, incominciati nel luglio 1912, progrediscono lentamente, ma senza soluzione di continuità, sotto la sapiente guida del P. Romualdo. Sorretto da illimitata fiducia nella Provvidenza, fra molteplici e gravi difficoltà, il carissimo Padre è sereno. E non ha fretta. Egli sa che un’aiuola carmelitana va difesa da mura che nella loro povertà distacchino, nell’armonia delle linee elevino, nei giochi d’ombra raccolgano in Dio: anima di asceta e tempra di artista, vuol servirsi dello spazio finito per slanciare le anime verso l’Infinito… Perciò ha cura di ogni particolare, crea bozzetti, rivede e perfeziona scrupolosamente ogni disegno, è attento, e talvolta partecipa, all’attività degli operai, tra i quali è un apostolo… Quando, il 23 novembre 1920, la Comunità passa nei nuovi locali, trova nelle piccole nitide celle, nei lunghi e raccolti corridoi e finanche nella sagoma delle grate, l’espressione della fede e dell’arte di Padre Romualdo.
Questi, però, guarda soprattutto alle anime, delle quali ormai è Padre e Maestro, formandole, più con l’esempio che con la parola, all’austerità e alla dolcezza della vita carmelitana.
Il 26 giugno 1923, suonano festose, per la prima volta, le campane del nuovo monastero. Un fatto prodigioso è avvenuto: Suor Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso (Giuseppina Catanea, sorella della Fondatrice), inferma da cinque anni, immobilizzata a letto per meningismo spinale sopraggiunto a bronco alveolite ed a frequenti attacchi anginodi, è guarita istantaneamente al tocco del Braccio di S. Francesco Saverio.
Il fervore della Comunità, che già osserva in tutto il rigore la Regola teresiana, aumenta; con rinnovato slancio, si chiede al Signore che diventi realtà il sogno lungamente carezzato di appartenere di diritto al Il Ordine Carmelitano. Finalmente, il 7 dicembre 1932, l’erezione canonica è concessa e il monastero è messo sotto la giurisdizione dell’Arcivescovo.
Nel Venerdì di Passione dello stesso anno le buone religiose avevano vissuto altre ore di intensa commozione: una S. Spina della Corona di N. S. G. Cristo, donata loro da una pia persona verso il 1914, e priva di autentica, era fiorita miracolosamente.
Ecco come narra il fatto il noto studioso Mons. G. Batt. Alfano, membro della Commissione costituita dal Card. A. Ascalesi, per un accurato esame del fenomeno
« Da quell’epoca la reliquia fu conservata, insieme con parecchie altre, nel detto monastero senza che fosse osservata, nè esposta alla pubblica venerazione, nemmeno il Venerdì Santo. Quest’anno però (1932) data la coincidenza del Venerdì Santo con l’Annunzia-zione e ricordando le Suore il miracolo della Santa Spina di Andria e di altre città, del che si occuparono i giornali cittadini, si volle esporre la reliquia il Venerdì Santo, dopo di essere stata ripetutamente osservata da tutta la Comunità e da persone estranee nei giorni e nelle ore precedenti al pomeriggio del medesimo Venerdì Santo.
Intanto, mentre verso le ore 14 del Venerdì Santo, alcune suore visitarono la reliquia e non vi notarono nulla di nuovo, ritornando alle ore 16, si accorsero con grande meraviglia, che dalla base della Spina veniva fuori una forma di pianticina, una specie di foglia, vagamente bucherellata e laciniata all’orlo, di color giallo paglino; e frattanto in alcuni punti della Spina si vedeva qualche macchia rossa; e specialmente verso l’estremità, lì dove alla Spina è attaccata una crocetta di legno, si vedeva, nella biforcazione, una goccia di liquido rosso-rubino, quasi trasparente, che sembrava una vera goccia di sangue… ». (Cfr. Su la Santa Spina della Corona di N. S. G. Cr. che si venera nel Monastero delle Carmelitane Scalze ai Ponti Rossi in Napoli, Tip. Unione, 1932, pp. 3-4).
Il 25 gennaio1933, Madre Teresa di Gesù emette i voti solenni; dopo breve gioiosa attesa anche le altre religiose entrano a farparte ufficialmente della grande famiglia carmelitana. Il 1 marzo dello stesso anno viene concessa la sospirata clausura.
Non resta da realizzare un’altra aspirazione: dedicare ai SS. Teresa e Giuseppe una nuova Chiesa in sostituzione della piccola Cappella inaugurata il 26 settemre 1923.
Per la posa della prima pietra bisognerà attendere il 26 giugno 1937. Intanto cresce il fervore della vita Teresiana, sidiffonde la fama di santità di Suor M.Giuseppina, mentre si sperimenta di continuo la protezione del Cielo.
Il 14marzo ancora un miracolo Suor Maria Giuseppina, Priora del Monastero, dopo atroci sofferenze vola al Cielo. La setticemia e la cancrena che hanno devastato il suo organismo, secondo il parere di illustri clinici, rendono impossibile una lunga esposizione della salma. Invece, la venerata Salma rimane esposta incorrotta flessibile, rosea, per ben quattordici giorni, suscitando lo stupore nei numerosi clinici che si susseguono a constatare il prodigio, e devoto entusiasmo nei fedeli.
Nel 1955 i lavori della Chiesa sono per compiersi.
Il P. Romualdo che per essi – come già nella costruzione del Monastero – si è trasformato in architetto, ingegnere e, talora, in manovale, è contento e va curando con amore le rifiniture. Non mostra stanchezza fino alla festa di S. Giuseppe. Poi… non sale più al nostro Carmelo.
Il 21 aprile, nel Convento di S. Teresa a Chiaia, dove ha iniziato la sua vita religiosa, serenamente si spegne. Le sue spoglie mortali saranno accolte presto nella nuova Chiesa, consacrata dal Card. Marcello Mimmi, Arcivescovo di Napoli, il 22 ottobre 1955.