Gallipoli

MONASTERO DI GALLIPOLI (LECCE)

Fu fondato il 27 maggio 1692, sotto il titolo dei SS. Nomi di Gesù, Maria, Giuseppe, da Mons. Antonio Perez a Lastra. E’ famoso per un fatto prodigioso avvenuto nella notte del 15 gennaio 1910, mentre versava in estrema povertà. La M. Priora aveva indetto un triduo in onore della SS. Trinità, affidandosi all’intercessione di Suor Teresa di G. B., la cui vita era stata letta in Comunità pochi mesi prima. Il Triduo di preghiere terminava proprio il 16 gennaio, festa del SS. Nome di Gesù.
Vagliato scrupolosamente e riconosciuto autentico dall’Autorità Ecclesiastica, servì per la beatificazione della piccola Santa di Lisieux. Ecco come lo narra con semplicità e candore la Madre Carmela del Cuore di Gesù, Superiora del Monastero, in una lettera alla Madre Agnese di Gesù, sorella della Santina:

Monastero di S. Teresa – Gallipoli – (Lecce) – 16 gennaio 1910

Il Signore ha voluto glorificare la sua serva accordando un miracolo alla nostra Comunità. Le mando la relazione del miracolo avvenuto in nostro favore.
Ma a Roma trovasi un documento importante, firmato non solo da tutte le nostre suore, ma ancora dall’Illustrissimo Mons. Vescovo e da una commissione di Reverendi.
La notte del 16 corrente la passai maluccio, a motivo delle mie sofferenze fisiche e preoccupata da gravi difficoltà. Erano sonate le tre, e, quasi interamente esaurita di forze, mi sollevai alquanto sul letto come per respirare un po’ meglio; poi mi addormen-tai, ed in sogno mi parve di sentirmi toccare da una mano che, tirandomi le coperte sul viso, mi copriva con tenerezza. Credetti che una delle mie consorelle fosse venuta a farmi questa carità, e le dissi senza aprir gli occhi : « Mi lasci, di grazia, non mi scomponi, perchè questo mi farebbe assai male; sono tutta in sudore ». Allora una voce sconosciuta mi rispose: « No, figlia mia, questo non fa male, e non è punto pericoloso », e continuando a coprirmi, e sorridendo, soggiunse: « Mi ascolti, figlia mia : Dio si serve degli abitanti celesti come dei terreni; eccole 500 lire colle quali pagherà il debito della sua Comunità ». E avendole io risposto che il debito della Comunità non era che di 300 lire, ella disse : « Ebbene, il resto sarà in più; ma perchè questo danaro non può tenerlo in cella, venga con me». Senza risposta, pensai: « Ma come devo fare ad alzarmi, che sono tutta sudata ? ». E quella celeste visione penetrando nel mio pensiero, e, pur sorridendo, proferì la parola bilocazione; ed io mi trovai all’istante fuori di cella, in compagnia di una suora Carmelitana, dai cui abiti e dal cui velo usciva uno splendore di Paradiso, che servì per illluminare il cammino. Mi condusse giù nella stanza della Ruota, mi fece aprire una cassettina di legno che conteneva la nota del debito della Comunità e mi consegnò 500 lire.
La guardai stupefatta, e mi prostrai per ringraziarla dicendole « Santa Madre mia ». Ma aiutandomi a rialzarmi, ed accarezzandomi affettuosamente riprese : « No, figlia mia, non sono la Santa Madre, sono la serva di Dio Suor Teresa di Lisieux. Oggi è festa in Cielo e sulla terra, perchè è ìl Nome di Gesù». Tutta meravigliata e commossa, non sapendo che dire, più col pensiero che colle parole: « Oh mamma mia – esclamai – queste violenze continue » ma non potei proseguire.
Allora. l’angelica Suora, toccandomi con la mano la spalla, e sorridendomi : «Figlia mia, – disse, – vuoi forse lasciare la via certa per l’incerta? ». Posandomi poi la sua mano sul velo come per accomodarmelo, e per farmi un’ultima carezza fraterna, si allontanò lentamente : « Aspetti – le dissi – potrebbe sbagliare strada »; ma con un sorriso angelico mi rispose : « No, no, figlia mia, la mia via è sicura, non mi sono ingannata seguendola».
Mi svegliai, e nonostante la mia debolezza estrema mi alzai, scesi in coro, e feci la Santa Comunione. Le religiose mi guardavano, e vedendomi in uno stato di salute da far pietà, volevano far chiamare il medico. Passai di sagrestia, e incontrando le due sagrestane che volevano assolutamente mandarmi a letto, e richiamare il medico, io, per evitare tutto ciò, dissi loro come mi avesse molto commossa l’impressione di un sogno che raccontai loro con tutta semplicità. Quelle religiose mi supplicarono d’andare ad aprire la cassettina, ma risposi che non si doveva credere ai sogni, e che il farlo sarebbe stato un male; le loro istanze però furono tali che per pura compiacenza obbedii. Andai nella stanza della ruota, aprii la cassettina e vi trovai realmente la somma miracolosa di 500 lire. Lascio considerare a Lei il restoSuor M. Carmela del S. Cuore di Gesù. Alla relazione che per obbedienza M. Carmela dovette inviare al Carmelo di Lisieux, M. Agnese così rispondeva. Ci siamo commosse fino alle lacrime; la nostra piccola Teresa quando era ancora quaggiù ci aveva detto: « Se la mia via di confidenza e di amore è sospetta, vi prometto di non lasciarvi nell’errore, tornerò per avvertirvi; se essa è sicura, voi lo saprete ugualmente ». Ed ecco che a Voi, Madre carissima in Gesù, quest’Angelo viene a dire ciò che essa è « La mia via è sicura, non mi sono ingannata ». Forse non avete dato che un senso letterale a questa frase, ma qui è stato ben differente. Ciò che desta maggiormente la mia ammirazione, è che ella sia venuta a dirci questo proprio al momento in cui ci si occupa della sua Causa, in cui si sta studiando la sua «Via» Il fatto di così grande interesse, sia per il miracolo in sè che per la celeste conferma del valore spirituale del messaggio teresiano, fu efficacemente ricordato nel suo 50° anniversario per iniziativa del pio Vescovo della città S. Ecc. Rev.ma Mons. Pasquale Quaremba in tutta la Diocesi di Gallipoli nel 1961. Per l’occasione fu indetta una settimana di studio e di preghiere che suscitò nuovo fervore di vita interiore e commosso entusiasmo.
Le manifestazioni ebbero inizio il giorno 8 gennaio con solenni riti religiosi e con la conferenza dell’On. Prof. Giuseppe Leone, sul tema Il miracolo prova della divinità della Religione. Ogni sera parlò al popolo nella Chiesa di S. Teresa il M.R.P. Gerardo, Superiore Provinciale dei Carmelitani Scalzi di Napoli, mentre altri due figli del Carmelo predicavano nelle Parrocchie di Alezio e di S. Simone. Nel salone dell’Episcopio, dove si raccolse sempre un numeroso e scelto pubblico, la Prof.ssa Dina Colucci conferì sul tema Il miracolo di S. Teresa del B. G. a Gallipoli; il P. Teresio di Gesù Carm. Scalzo di Napoli trattò del Valore della vita religiosa nei tempi moderni; S. Ecc. Mons. Corrado Ursi, trattenne l’uditorio su Il miracolo e la scienza moderna; il R. P. Isidoro Carmelitano Scalzo, della S. Congregazione dei Religiosi, dopo aver letto un telegramma augurale del M. R. P. Generale dell’Ordine parlò sul tema La piccola via di S. Teresa del B.G..

In Chiesa parlarono al popolo S. Ecc. Rev.ma Mons. Pollio, Arcivescovo di Otranto, e S. Ecc. Rev.ma Mons. Ruotolo, vescovo di Ugento.
In ogni manifestazione Mons. Quaremba non mancò di rivolgere al Clero ed a tutti i fedeli di Gallipoli l’invito a seguire le orme luminose della piccola Santa di Lisieux; e il giorno 15, dopo un’imponente Processione, i solenni Vespri Pontificali e la predica conclusiva del R. P. Provinciale dei Carmelitani Scalzi, volle ringraziare di tutto cuore quanti collaborarono con lui alla riuscita delle celebrazioni, e il popolo che entusiasticamente rispose al suo appello paterno.