Santa Teresa ci parla di Cristo nelle sue parole

«Scoprire Teresa è scoprire noi stessi; ma è anzitutto scoprire Lui e scoprirci a Lui, come è avvenuto in lei. Se ci narra la propria vita è soltanto perché ha sperimentato la verità di Dio e il suo amore per l’uomo». Teresa di Gesù, amica di Dio e degli uomini, Santa con una straordinaria misura umana, scrittrice avvincente dei misteri di Dio, innamorata di Cristo, vero Dio e vero Uomo e figlia della Chiesa.

È Cristo la Parola che vuole esprimere con le sue parole, racconta le vicende della sua vita, narrando le meraviglie di Dio in lei, se qualcosa dice di sé, è per la sua gloria e tutto il bene che ha, è indirizzato a Dio. Questo nuovo modo di conoscere è frutto dell’amore, dell’incontro tra due persone: Dio e l’anima. Spazio privilegiato per questo incontro è la preghiera, dove “il Signore dà luce per capire delle verità”, cioè non soltanto lui come Verità ma la realtà e noi stessi come frammenti di quella Verità che trovano il loro vero significato alla luce di Dio. Teresa è una cercatrice della Verità, è una Maestra di preghiera e di vita comunitaria. L’umiltà è verità, è camminare nella verità e realizzare la verità pensando che è vanità tutto ciò che finisce, sono questi i presupposti della preghiera. Sotto il segno dell’amore, la preghiera non rimane più pratica legata a un tempo o uno spazio concreto: può aprirsi a tutti i momenti della vita, come dialogo instancabile con il Dio che sempre è presente. Pregare per la Santa di Avila, è guardare a chi ci guarda, è il tempo e lo spazio della rivelazione personale, dell’esperienza delle verità della fede. Teresa mette in risalto nei suoi scritti che l’iniziativa della preghiera appartiene sempre a Dio. Pregare è amare, Teresa vive la preghiera e ci invita a praticarla senza preoccuparci di cosa diciamo o facciamo quando siamo in preghiera ma anzitutto di chi siamo e chi è quello davanti al quale ci presentiamo Per comprendere meglio questo legame tra esperienza vissuta ed esigenza di un nuovo stile di vita, è di grande aiuto la lettura di alcuni brani del suo Libro della Vita. La Santa di Avila ci ha lasciato numerosi scritti, per rispondere a richieste fatte dai suoi confessori, dei suoi direttori di spirito o delle sue figlie, come per il Libro Cammino di perfezione: «Le sorelle di questo monastero di San Giuseppe […] hanno tanto insistito […]il Signore si compiaccia di far sì che io riesca a dire qualcosa del genere di vita propri di questa casa»[1]. La sua non è una verità acquistata attraverso lo studio, ma una verità infusa, una parola nata nel suo interno: verità che viene da Dio, la quale conquista Teresa non soltanto attraverso le grazie mistiche, ma come parola che allaga la sua anima nella preghiera e nella contemplazione delle vicende della vita sotto le luci ricevute nel dialogo con il Dio-Amico. Santa Teresa, esploratrice delle vie dello spirito, ci invita a entrare all’interno di noi stessi, a non rimanere nelle periferie dell’esistenza, per scoprire il Dio che ci abita dentro perché contemplare è vivere per gli altri, vivere per dare vita. Non si può comprendere il Libro della Vita senza un riferimento alla dottrina di Teresa sulla preghiera, famosa la definizione: «Per me l’orazione mentale non è altro se non un rapporto d’amicizia, un trovarsi frequentemente da soli a soli con chi sappiamo che ci ama»[2]. Tutti i temi che vi tratta sono frutto di esperienza Ella attinge la sua dottrina principalmente da quello che lei ha sperimentato nel suo personale, Cammino di Perfezione. Vi descrive l’importante e travagliata storia della fondazione del primo monastero di San Giuseppe d’Avila, a cui segue l’esposizione delle altissime esperienze mistiche. «Dio diventa protagonista della sua opera scritta: è sempre suo interlocutore, col quale vuole mettere in contatto il lettore. Non vuole raccontare lei stessa, come sappiamo, ma LUI!»[3]. Mentre è a Toledo scrive il suo capolavoro: Il Castello interiore. Le destinatarie del libro sono le monache dei monasteri da lei fondati. E’ l’opera più celebre: l’uomo vi è descritto come abitazione nobile e sacra, in cui tutto è predisposto per l’incontro   sponsale tra la creatura e Dio, che la attrae verso la dimora più interna per un dialogo amoroso sempre più avvolgente e unificante. «Tutto è condotto dal dinamismo dell’Amore il quale, attraverso dei “cerchi concentrici”, guida l’anima nel suo più profondo centro, nel quale Lui abita»[4]. Lungo tutto il processo, Cristo è stato sempre la meta: «Qui la farfallina muore, con estrema gioia, essendo ormai Cristo la sua vita»[5]. L’esperienza interiore di Teresa, è un pellegrinare verso l’infinito di Dio. Il centro della sua mistica è Cristo, nella sua Umanità Sacratissima, che Teresa percepisce come pienezza di rivelazione, mediazione necessaria per abbracciare l’umanità e la Chiesa, e illumina di nuova luce il mistero di Maria, Madre del Dio fatto Uomo. L’umiltà di Maria, così importante nella storia della salvezza, è per Teresa il modello per percorrere il cammino verso il centro: «Non c’è regina che costringa il Re divino ad arrendersi come l’umiltà; essa lo fece scendere dal cielo nel seno della Vergine»[6].

 

Articolo a cura delle Carmelitane Scalze del Monastero di San Giuseppe in Bari

Solennità di Santa Teresa di Gesù, nostra Madre, Bari 2022


Scarica il testo in pdf, preparato dalle Monache: S. Teresa di Gesù – Carmelitane Scalze Bari 2022(Pdf)

 

 

[1]    Teresa di Gesù, Opere complete, Milano 1998, CV Prologo, 1

[2] Teresa di Gesù, Opere complete, Milano 1998, V  8,5 p. 136

[3]   E. Martinez, ( Corso di Teologia spirituale on line) Santa Teresa di Gesù, Lezione 10ᵃ  p. 1

[4] E: Martinez, (Corso di Teologia spirituale on line) Santa Teresa di Gesù, Lezione 4ᵃ   p. 4

[5] Teresa di Gesù, Opere Complete, Milano 1998,  7 M 2,5

[6]  Teresa di Gesù, Opere complete,  Milano 1998, CV  16, 2